Industria della televisione
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Il terzo comparto che impiega contratti di breve durata è costituito dell’insieme della “industria televisiva” a cui afferiscono tre divisioni ATECO tutte inerenti l’industria della produzione televisiva.
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Si tratta di un settore produttivo per storia legato al territorio milanese, che vede la presenza oltre che di marchi importanti e famosi anche di una filiere di imprese di medie dimensioni e di un vasto numero di professionisti freelance che danno vita con la propria professionalità a tutto il settore. In questo ambito si annovera anche la filiera tecnica a supporto della produzione, che coinvolge professionalità a tutti i livelli.
Anche in questo caso gli avviamenti al lavoro si concentrano su un ridotto numero di datori di lavoro (indice di concentrazione nel 2020 del 99,0%), imprese che assumono per brevissimi periodi il personale (indice di flessibilità nel 2020 pari a 84,5%), in funzione della realizzazione dei format televisivi tratta di personale con compiti e competenze eterogenee, che vanno dalla comparsa ai tecnici specializzati.
A differenza degli altri settori caratterizzati dal ricorso intensivo a contratti “brevi” questo settore, nel 2020, nonostante i fermi di attività ha contenuto le perdite occupazionali, almeno dal punto di vista numerico (il mero computo delle comunicazioni obbligatorie non ci consente di cogliere gli aspetti qualitativi del lavoro). Infatti, attraverso il dato amministrativo delle COB è impossibile vedere come si lavora in effetti in questo così come in tanti altri settori che caratterizzano l’immagine di Milano come città della cosiddetta “classe creativa”, del lavoro cognitivo, il design, l’editoria, i servizi alle imprese, l’informazione.
Figura 21
Una nota addizionale riguardante questo settore rivelato dall’andamento delle comunicazioni di avviamento, è la particolarità della concentrazione territoriale dei datori di lavoro nel territorio della Città metropolitana, infatti il 97,6% dei datori di lavoro del settore ha sede in tre comuni: Milano (86,8%); Cologno Monzese (8,9%) e Basilio (1,9%), elemento d’altronde già emerso a Figura 12.
La distribuzione degli avviamenti del settore lungo il corso dell’anno riposta la peculiare capacità di ripresa delle attività subito dopo l’interruzione forzata dovuta al primo lockdown, che si manifesta vigorosa già ad inizio maggio e che si mantiene (uno dei pochi settori produttivi a farlo) elevata fino alla fine dell’anno. Segnale della necessità dell’industria televisiva di recuperare il vuoto creato durante il primo lockdown nei palinsesti dei principali canali televisivi produttori di contenuti originali.
Figura 22
Data creazione: 06 May 2021