L'Uomo della Luce restaurato e restituito alla città
Una doppia emozione, lo scorso 11 settembre per la Città metropolitana di Milano. Come da tradizione si è infatti tenuta la cerimonia di commemorazione delle oltre 3mila vittime degli attentati terroristici del 2001, alle Torri Gemelle di New York e al Pentagono. Alla presenza del sindaco Giuseppe Sala e del console generale degli Stati Uniti a Milano, Douglass Benning, deposizione della corona di alloro, silenzio e raccoglimento in memoria delle vittime, in Largo 11 settembre, quindi i discorsi istituzionali.
Al termine, l’attesa riconsegna de L’Uomo della Luce alla città: l’opera di Bernardì Roig, dopo un importante intervento di restauro, è tornata allo splendore originario e ad illuminare lo spazio antistante Palazzo Isimbardi, con la sua bellezza e il suo messaggio di speranza.
In accordo con la Soprintendenza preposta alla tutela del bene, il restauro della statua realizzata dall'artista spagnolo è stato affidato alla società Open Care – Servizi per l’Arte. L’intervento progettato ha richiesto la rimozione tramite gru dell'opera dalla sua sede di Largo 11 settembre 2001, la sabbiatura e quindi la riverniciatura a forno - come richiesto dall’artista - realizzata da un’azienda specializzata di Brescia. Nel frattempo, anche la base dell’opera è stata a sua volta pulita e riverniciata. Prima del riposizionamento, avvenuto nei giorni scorsi, è stato sostituito anche il fascio di tubi di luce, arrivato appositamente dall'Inghilterra come l’originale, per completare il senso completo che l'artista, nella sua genesi, aveva dato a L’Uomo della Luce.
L'opera raffigura, infatti, un uomo imponente che arranca in equilibrio su un asse di ferro inclinato, che sulle spalle porta un fascio di diciassette tubi di luce fluorescente, anch’essa bianca, che tuttavia non illumina il suo cammino: egli avanza nell’incertezza del buio.
Un momento simbolico, quello dello “svelamento” dell’opera restaurata in una giornata particolare di commemorazione e memoria, in un periodo storico travagliato da guerre e violenze, in cui il valore intrinseco della statua si rafforza e moltiplica.