IL CORTILE DI PALAZZO ISIMBARDI STRAORDINARIO PALCOSCENICO PER GLI ATTORI di "OPERA LIQUIDA"
Il cortile d’onore di Palazzo Isimbardi si è rivelato spazio scenico formidabile ospitando lo spettacolo “Extravagare. Rituale di reincanto” della compagnia teatrale Opera Liquida.
L’evento, nel tardo pomeriggio di martedì 10 settembre, con il patrocinio e la partnership organizzativa di Città metropolitana, ha inteso dare visibilità in una sede istituzionale a un progetto culturale di chiaro impegno sociale e civile. Fondata e diretta dalla drammaturga Ivana Trettel, Opera Liquida lavora dal dicembre 2008 “in colleganza e assenza di giudizio” nella Casa di Reclusione Milano Opera, sezione media sicurezza, con l’obiettivo della messa in scena di spettacoli originali su temi condivisi di rilevanza sociale. Temi sui quali gli attori reclusi possono scrivere grazie al laboratorio drammaturgico che si affianca a quello di formazione dell’attore.
Quest’ultimo si svolge regolarmente nel carcere di Opera ormai da quindici anni ed è rivolto ai detenuti "comuni". «Seguendo il processo di formazione dell’attore, i partecipanti entrano in uno spazio neutro, una bolla magica in cui tutto è possibile. Nel percorso che conduce a uno spettacolo, quindi a un prodotto artistico, ciascuno attraversa la propria esperienza facendola diventare l’esperienza di tutti. In questo modo il suo contesto assume contorni “utili” per tutti coloro che staranno ad ascoltare, ma soprattutto per lui stesso che trasforma la sua storia, divenendone davvero protagonista».
Otto gli spettacoli sin qui prodotti. Ultimo in ordine di tempo “Extravagare”, rappresentato per la prima volta il 9 e il 10 novembre 2023 nel teatro del carcere, in collaborazione con la Direzione della Casa di Reclusione Milano Opera, il patrocinio del Ministero della Giustizia e quello del Comune di Milano. A firma di Ivana Trettel ed Alex Sanchez, è una storia poetica e intensa che approfondisce la civiltà della Grande Madre, società non belligerante, in perfetta parità tra i generi e dedita alla ricerca di cultura e bellezza, per ribaltare con forza l’idea di un male insito nella natura umana.
Città metropolitana di Milano si è offerta come palcoscenico nel solco di una collaborazione già avviata con il protocollo d’intesa siglato insieme ad Afol con Comune di Milano, sindacati e il Provveditorato Regionale Amministrazione Penitenziaria (PRAP) per aprire e gestire dentro le case circondariali di San Vittore, Opera e Bollate sportelli per l’erogazione di servizi in ambito di esercizio di cittadinanza, lavoro e politiche sociali, in un’ottica di prossimità alle effettive necessità dei detenuti. Senza dimenticare l’esperienza straordinaria de “I Girasoli”, rassegna dedicata al mondo carcerario, con l’obiettivo di offrire uno sguardo differente sui detenuti e sulle detenute di quattro carceri dell'area metropolitana milanese, Opera, San Vittore, Bollate e Beccaria.
Martedì sera, tra gli ospiti istituzionali in platea, anche i consiglieri delegati di Città metropolitana Diana De Marchi (Politiche del lavoro, sociali e pari opportunità) e Giorgio Mantoan (Sviluppo economico, Politiche giovanili), il direttore dell’istituto penitenziario di Opera Silvio Di Gregorio e il Primo Dirigente della Polizia Penitenziaria Felice De Chiara, Comandante di Reparto presso la Casa di Reclusione Milano Opera.
Come detto il cortile d’onore di Palazzo Isimbardi ha dimostrato ottima valenza come sala teatrale all’aperto, con gli spettatori sistemati a sedere nel quadrilatero a cielo aperto davanti al porticato le cui colonne hanno fatto da fatto da quinta alla scena.
“Lo spettacolo - ha dichiarato la consigliera De Marchi, che fortemente ha voluto la rappresentazione - è stato un grande successo per la capacità di arrivare al cuore e alla testa. Questo successo mi fa pensare che chi entra in carcere si vede negare non solo la libertà di movimento, ma spesso anche la dignità di essere considerato/a parte della società. Ma il carcere non può essere solo un luogo di punizione, ma deve essere uno spazio di rieducazione e reintegrazione. La cultura, come abbiamo visto dal vivo, ha un potere straordinario, e libera la mente anche quando il corpo è costretto all'interno di mura. La cultura offre possibilità di riflessione, di consapevolezza e di riscatto. L'accesso al teatro, alla cultura a chi vive in carcere significa offrire una possibilità di crescita personale. Chi è detenuto, pur avendo commesso un errore, resta una cittadina e un cittadino e quindi ha il diritto di trovare le condizioni per poter costruire un futuro diverso, queste sono le pari opportunità agite. Forti del successo riscontrato abbiamo pensato di proseguire in primavera con una rassegna dedicata ai temi del lavoro e del sociale e, con Opera Liquida, di seguire le prossime repliche di ottobre per costruire un palinsesto condiviso".