Archivio progetti

 

Conflitto e alienazione parentale

Lo spazio neutro nelle separazioni coniugali conflittuali e nell’alienazione parentale"

L'attuale crisi del sistema familiare comporta un crescente bisogno da parte dei suoi componenti di un aiuto specialistico volto al superamento delle difficoltà che hanno portato alla rottura del sistema. D’altra parte, anche i servizi sono impegnati nella comprensione delle nuove tipologie di legame che compongono le nuove forme familiari e nello sviluppare nuove forme di aiuto al sistema familiare in crisi.
Il corso ha fornito ai partecipanti un approfondimento teorico e metodologico rispetto agli interventi istituzionali di “cura dei legami”, con particolare riferimento alla genitorialità nel conflitto coniugale e alla alienazione parentale.
Destinatari: il corso, organizzato a cura del coordinamento dei servizi per il diritto di visita e di relazione della Provincia di Milano, era rivolto prioritariamente agli operatori che svolgono la loro attività in questo tipo di servizi.
Sede: presso Spazio Neutro di Milano, Via Pusiano 22 Milano.

 

Supervisione

disegno di un aereoplanoAi coordinatori e agli operatori dei Servizi per il Diritto di Visita e di Relazione della Provincia di Milano è stata offerta la possibilità di partecipare alle seguenti attività di supervisione:

Ciclo di incontri per coordinatori dei servizi per il diritto di visita e di relazione (PDF 64 KB)
Incontri di supervisione per operatori dei servizi per il diritto di visita e di relazione (PDF 68 KB)
La supervisione èstata condotta da Francesca Codignola, psicoanalista, da Katharina Schweirer, psicoanalista e da Paola Dallanegra, assistente sociale.

 

Progetto T.R.A.M. 

Tavolo di Raccordo Area Minori
e Progetto Spazio Neutro
Premessa

Il sostegno alle capacità genitoriali e la tutela dei minori costituiscono una responsabilità sociale imprescindibile e, per molti distretti e relativi Comuni, un ambito di iintervento e di servizio ai cittadini relativamente nuovo e di recente assunzione (cfr. Convenzione Internazionale Diritti dell’Infanzia ONU 1989; Convenzione Internazionale sull’esercizio dei diritti dei minori Strasburgo 1996; DPR 616/97; ritiro delle deleghe dalle ASL; L. 285/97; L. 328/00; L. 149/01; L.R. Lombardia 34/04). 

Nell’ambito delle azioni del Progetto TRAM, promosso dalla Provincia di Milano Direzione Centrale Affari Sociali e realizzato in convenzione con la Cooperativa Sociale GHENOS e l’Associazione APSA, con la partecipazione di CAMMINO (Camera Minorile di Milano), la Provincia di Milano ha offerto alcune funzioni di supporto, sostegno, al lavoro dei servizi del territorio e del privato sociale convenzionato.

In particolare il progetto era finalizzato a costruire e sviluppare una rete di opportunità per i servizi del territorio al fine di:

favorire la costituzione di gruppi di lavoro su tematiche specifiche individuate di comune accordo
sviluppare e strutturare una collaborazione con l’Osservatorio Provinciale per le politiche sociali (Dati in comune) e con il Settore sviluppo delle professionalità della Provincia di Milano per l’incremento dell’efficacia delle rispettive azioni
sperimentare e offrire di un servizio di accompagnamento e supporto agli operatori nel trattamento della casistica
sperimentare un’attività di consulenza legale nell’ambito del diritto di famiglia e a favore di minori soggetti a provvedimenti di tutela e protezione, in carico ai servizi territoriali
sostenere l’incremento dei servizi per il diritto di visita e di relazione nel territorio provinciale

A questo scopo sono state individuate alcune aree di lavoro.

Promozione di attività di scambio e confronto tra i servizi tutela minori circa i modelli e le metodologie sviluppati

Individuazione delle aree di criticità e degli elementi positivi che caratterizzano il lavoro di trattamento e la costruzione di progetti integrati d’intervento sulla famiglia nei diversi servizi dell’area minori e famiglia

Le azioni specifiche in quest’area riguardavano:
la costituzione e la conduzione di gruppi di discussione e il monitoraggio sul trattamento della casistica dei servizi territoriali e dei servizi tutela;
la gestione di gruppi per il supporto alla conduzione di singoli casi di particolare gravità e complessità per tutti gli operatori coinvolti a diverso titolo nella sua gestione (rete clinica multiprofessionale);
l'attività di consulenza legale agli operatori dei servizi territoriali, nell’ambito del diritto di famiglia e a favore di minori soggetti a provvedimenti di tutela e protezione, e minori vittime di reato, in carico ai servizi;
la costituzione e la conduzione di gruppi di lavoro e ricerca, composti da operatori dei diversi servizi sulle tematiche relative a:
il contesto e il trattamento di separazioni particolarmente conflittuali;
lo studio e la valutazione degli esiti del trattamento della casistica in carico ai servizi territoriali.
Prosecuzione ed ampliamento del lavoro della rete dei servizi per il diritto di visita e di relazione e sostegno alle loro attività e al loro sviluppo

Le azioni specifiche in quest’area riguardavano:
la conduzione di gruppi di discussione e il monitoraggio sul trattamento della casistica all’interno dei servizi per il diritto di visita e di relazione;
la realizzazione di un sistema di rilevazione dati sulla casistica e sugli esiti del trattamento nei Servizi per il diritto di visita e di relazione del territorio della Provincia di Milano, attraverso la diffusione del software appositamente realizzato e l’accompagnamento al suo utilizzo;
la costituzione ela conduzione di gruppi di lavoro e ricerca, composti da operatori dei diversi servizi sulle tematiche relative a:
linee guida per l’organizzazione e la gestione di servizi per il diritto di visita e di relazione;
il gioco come strumento di relazione nel riavvicinamento al genitore lontano;
l'accompagnamento alla progettazione e all’implementazione di nuovi Servizi per il diritto di visita e di relazione.

Sviluppo della collaborazione con l’Osservatorio Provinciale e con il servizio Sviluppo delle Professionalità

La collaborazione con l’Osservatorio Provinciale e con il servizio Sviluppo delle Professionalità ha comportato il potenziamento delle attività di rilevazione dei modelli di gestione dei servizi dell’area minori e famiglia del territorio provinciale e di gestione dinamica dei dati raccolti, al fine di promuovere confronto, conoscenza di metodologie, esperienze per sostenere analisi, riflessioni ed individuare strategie di intervento.

del Progetto TRAM (Tavolo di Raccordo Area Minori e Famiglia), promosso dalla Provincia di Milano Direzione Centrale Affari Sociali e realizzato in convenzione con la Cooperativa Sociale Ghenos e l’Associazione APSA è stata prevista la sperimentazione di una

 

Consulenza legale

ATTIVITA’ DI CONSULENZA LEGALE NELL’AMBITO DEL DIRITTO DI FAMIGLIA E A FAVORE DI MINORI SOGGETTI A PROVVEDIMENTI DI TUTELA E PROTEZIONE, IN CARICO AI SERVIZI SOCIALI TERRITORIALI


La sperimentazione di questa attività si è aperta ad una prospettiva di conoscenza e di contaminazione arricchente tra saperi giuridici e saperi tecnici, per porre servizi e operatori nella posizione di articolare progetti di intervento rispondenti ai bisogni evolutivi del bambino e della sua famiglia, e profondamente radicati in un sistema di diritto.
L’attività di consulenza legale è stata realizzata da professionisti appartenenti alla Camera Minorile di Milano e si è svolta presso il Servizio Spazio Neutro della Provincia di Milano in via Pusiano 22.

L’intervento ha previsto specificamente:
consulenza legale ad operatori di servizi territoriali nell’ambito dell’area tutela minori e famiglia;
supporto tecnico, su richiesta, in situazioni di particolare emergenza e gravità.
Destinatari:
operatori (A.S. – Psicologi – Educatori) dei servizi sociali degli ambiti distrettuali e dei comuni della provincia di Milano
operatori del privato sociale convenzionato con gli enti locali della provincia di Milano;
operatori che collaborano alla rete dei Servizi per il diritto di visita e di relazione della Provincia di Milano
Aspetti Organizzativi
Trattandosi di attività sperimentale, la consulenza ha avuto luogo ogni 15 giorni, presso il Servizio Spazio Neutro della Provincia di Milano.

Situazioni di particolare emergenza e gravità 

In situazioni particolari, era possibile richiedere un supporto tecnico in tempi più brevi, previo contatto telefonico con la Dott.ssa Ilaria Pardini, presso il Servizio Spazio Neutro.

 

Visite tutelate

Il coordinamento dei servizi per il diritto di visita e di relazione ha avviato nel 2010 un progetto che aveva come fulcro la gestione della relazione degli operatori con genitori affetti da patologia psichiatrica.

Il progetto ha affrontatao il tema della continuità genitoriale e delle visite tutelate tra il genitore affetto da patologia e il figlio, si è sviluppato in tre azioni diverse:

le prime due erano orientate al sostegno degli operatori e del loro lavoro. La terza ha offerto la possibilità di gestione diretta, da parte di operatori specializzati, di alcuni casi, inviati a Spazio Neutro di Milano dai Servizi territoriali.

L’intero progetto, gestito dal Settore Politiche Sociali della Provincia di Milano, in collaborazione con la cooperativa sociale Ghenos, diretto dal prof. Emilio Fava e coordinato da Paola Dallanegra è stato condotto da una èquipe composta da psichiatra, psicologo, pedagogista, assistente sociale e si è concluso nel maggio 2013 con la pubblicazione "Incontri che lasciano il segno: il diritto alla relazione tra figli e genitori con disturbi psichiatrici".

 

Valutare

Obiettivo generale

aumentare le competenze e le abilità degli operatori dei servizi per il Diritto di Visita e di Relazione rispetto ai processi di valutazione.

Obiettivi specifici:

aumentare le competenze e le abilità degli operatori nello sviluppare una positiva alleanza di lavoro con l'utenza;
aumentare le abilità degli operatori nel cogliere i segnali di una rottura dell'alleanza di lavoro;
aumentare le abilità degli operatori nella ricomposizione della rottura dell'alleanza di lavoro.
Passaggi operativi:

predisposizione, a cura del piccolo gruppo, di uno scritto riassuntivo delle principali tematiche toccate durante il corso, rispetto alla questione dell'alleanza;
acquisizione della sintesi del gruppo di lavoro precedente (outcome);
approfondimento sui concetti: individuazione problema (utente operatore), soluzione cambiamento;
l'approfondimento avverrà sull'esame di casi nelle modalità concordate in gruppo;
ripresa da parte di tutti degli strumenti presentati durante il corso, in particolare dello strumento denominato IVAT, che riguarda proprio l'alleanza terapeutica;
eventuale parziale modifica di alcune voci / indicatori dell'IVAT;
scelta di alcuni casi su cui sperimentare lo strumento

 

Rete clinica

Io sono gli altri”: il lavoro clinico con la rete degli operatori

L’intervento clinico sulla rete
La gestione delle situazioni multiproblematiche rappresenta la sfida tecnica e metodologica più significativa per gli operatori dei Servizi Pubblici e del privato sociale convenzionato. Per avere buone probabilità di successo e per raggiungere l’obiettivo primario dell’interruzione della catena del maltrattamento fra le generazioni e della reiterazione del disagio psicosociale, può divenire fondamentale un articolato e professionale supporto tecnico e monitoraggio degli interventi.

Questa necessità è legata alla specificità delle reazioni controtransferali suscitate, ma spesso non elaborate, dagli operatori che entrano in contatto con situazioni molto compromesse e drammatiche. Un articolato intervento tecnico offerto da un professionista esterno ha la finalità di evitare il cortocircuito rappresentato dal controagire in risposta all’agire dell’utente. Favorisce inoltre il riconoscimento e la elaborazione delle reazioni emotive degli operatori, e li orienta nella scelta delle risposte operative e nella strutturazione dei progetti di intervento.

Solo un orecchio e un occhio esterni, che ascoltano e osservano l’andamento degli scambi relazionali fra utente ed operatore, possono cogliere ed aiutare l’operatore a “vedere” quanto alto sia il rischio di prestarsi, inconsapevolmente, a ripetere modalità di rapporto specifiche della storia relazionale portata dall’utente, carica di esperienze di discontinuità, difficoltà di pensiero ed angoscia.

Descrizione
Si tratta di un vero e proprio intervento che ha finalità terapeutiche anche se si realizza in modo indiretto, invece che con l’utente, con il gruppo di operatori che se ne prende cura: assistente sociale, psicologo, educatore ADM e/o di Comunità e altri.
Quando le condizioni del contesto sociale e familiare sono profondamente insicure e inaffidabili, ciò che viene distrutto o seriamente compromesso non è solo il bisogno interno di certezza e di sicurezza. Vengono minati anche i fondamenti della possibilità di pensare e di riconoscere il sé come dotato di senso e valore, quindi il senso e il valore dell’altro.

L’incapacità delle persone precocemente deprivate a comunicare attraverso le parole le emozioni, specchio della carenza di rappresentazioni simboliche, si esprime soprattutto in un agire impulsivo e irrazionale che rivela l’uso prevalente di modalità arcaiche di funzionamento del pensiero. Scissioni, proiezioni, identificazioni proiettive segnalano la carenza nel processo di differenziazione fra sé e l’altro. La scissione, la rappresentazione parziale di sé e dell’altro, ma soprattutto la proiezione di parti di sé o dei propri oggetti dentro l’altro compaiono come elementi centrali nella relazione fra la persona deprivata e gli operatori che se ne prendono cura rendendo estremamente faticosa e difficile la gestione delle emozioni e delle risposte controtransferali.


Gli operatori devono quindi essere accompagnati a rispondere ai bisogni della persona deprivata attraverso gesti e azioni, per così dire, parlanti.
Non abbiamo altra strada che quella di affidarci al controtransfert degli operatori per comprendere ciò che avviene nella mente dell’utente nel suo transfert.
Il gruppo degli operatori, attraverso comunicazioni verbali pregne di identificazioni e controidentificazioni proiettive, fa sì che il conduttore del lavoro di rete possa entrare in contatto con i vissuti inconsci dell’utente e lavorare su questi nel gruppo stesso degli operatori.
Il gruppo degli operatori coinvolti nel caso scelto si incontra, per 2 ore, con frequenza mensile con il conduttore della rete clinica.

L’intervento è stato condotto da alcuni dei professionisti appartenenti all’ L’ApSA onlus.
L’associazione è costituita da psichiatri, psicoanalisti e psicoterapeuti che hanno maturato vent’anni di lavoro comune con adolescenti e giovani adulti nei servizi pubblici.
In particolare hanno collaborato alla realizzazione dell’intervento della rete clinica nell’ambito del progetto TRAM: Lucina Bergamaschi, psicoterapeuta; Francesca Codignola, psicoanalista SPI; Giancarlo Galli, psicoanalista SPI; Angela Gesuè, psicoanalista SPI, psichiatra, Serenetta Sonzini, psicoanalista SPI.

Oggetto: attività di consulenza agli operatori nel trattamento di famiglie immigrate e miste.

Nell’ambito delle azioni del Progetto TRAM (Tavolo di Raccordo Area Minori e Famiglia), promosso dalla Provincia di Milano Direzione Centrale Affari Sociali e realizzato in convenzione con la Cooperativa Sociale Ghenos e l’Associazione APSA è stata prevista la sperimentazione di una


ATTIVITÀ DI CONSULENZA AGLI OPERATORI
SUGLI INTERVENTI A FAVORE DI FAMIGLIE IMMIGRATE O MISTE

 

Consulenza stranieri

Premessa
Il formarsi di una società multietnica e l’inserimento nella società italiana di modelli familiari i cui elementi costitutivi e le cui modalità di relazione sono propri di culture, tradizioni, religioni e ordinamenti giuridici diversi, ha alimentato un complesso articolarsi delle storie familiari.

Esiste una pluralità di modelli e di relazioni familiari, che propongono schemi lontani da quelli, seppur diversificati, legati alla cultura e tradizione italiana. Spesso tali modelli presentano degli aspetti di esercizio della potestà genitoriale che per il nostro sistema normativo non hanno più alcuna legittimità giuridica e accettazione sociale, o relegano totalmente sullo sfondo il minore, in particolare nella vicenda separativa critica o nel conflitto generazionale.
Incontrando nuclei familiari immigrati, seconde generazioni o nuclei misti in difficoltà, si rilevano pertanto degli aspetti legati al mondo delle relazioni e della vita familiare che si possono comprendere solo se letti e inseriti in un quadro di significati, di valori, di norme e di tradizioni che rimandano al mondo di origine.

L’analisi della casistica conferma l’accesso ai servizi delle più diverse tipologie di famiglie per appartenenza nazionale, culturale, religiosa. La quotidiana relazione con persone che vivono dimensioni familiari diverse mette in luce il bisogno dei servizi in termini di strumenti e di conoscenze per svolgere il proprio mandato a favore della reale tutela del minore.
Si è così sperimentata un’attività di consulenza, nell’ambito delle relazioni familiari nelle culture “altre”, a supporto degli operatori nella gestione dei casi riguardanti famiglie e minori stranieri e famiglie e minori di nuclei misti, al fine di leggere al meglio le situazioni di difficoltà specifiche di questi nuclei e meglio gestire la relazione con bambini e genitori.

Finalità
La finalità ultimaè stata accompagnare e sostenere gli operatori attraverso la conoscenza di elementi della cultura, delle tradizioni familiari e della religione delle famiglie e dei minori. Ciò ha favorito la comprensione delle situazioni che si presentano ai servizi e di alcune dinamiche della relazione che l’utenza instaura con l’operatore, oltre alla costruzione di un progetto di sostegno e di tutela del minore che possa incontrare, il più possibile, una collaborazione della famiglia e del minore stesso e che sia sostenibile nel tempo.

La consulenza era orientata a offrire indicazioni e spunti di riflessione rispetto al piano culturale e sociologico che caratterizza la famiglia e il minore e a fornire un quadro di significati (dall’idea di infanzia e di genitorialità, della concezione della salute e della malattia, dell’abuso e del maltrattamento, della specificità del rapporto coniugale, genitoriale, parentale alla tutela del minore nelle diverse culture, tradizioni, religioni, , ecc..) capace di offrire un contesto nel quale inserire storie individuali aiutando così la lettura del disagio e del conflitto all’interno delle specificità delle famiglie straniere e miste e la progettazione di azioni di tutela del minore.
L’intervento ha previsto specificamente un’azione di consulenza agli operatori di servizi territoriali nell’ambito dell’area tutela minori e famiglia rispetto al trattamento di nuclei immigrati e misti.

L’attività di consulenza è stata realizzata dalla Dott.ssa Barbara Ghiringhelli, sociologa, coordinatrice del Consultorio per famiglie interetniche del CADR di Milano. Tale Consultorio ha maturato dieci anni di lavoro con le famiglie immigrate e le famiglie miste costruendo una rete di collaborazione e intervento con i servizi pubblici del territorio.

Destinatari:
operatori (A.S. – Psicologi – Educatori) dei servizi sociali degli ambiti distrettuali e dei comuni della provincia di Milano
operatori del privato sociale convenzionato con gli enti locali della provincia di Milano;
operatori che collaborano alla rete dei Servizi per il diritto di visita e di relazione della Provincia di Milano
Aspetti Organizzativi.
La consulenza ha avuto luogo una mattina al mese, presso il Servizio Spazio Neutro della Provincia di Milano – Via Pusiano 22.

 Modalità di accesso. 

Per poter accedere alla consulenza, gli operatori interessati dovevano inviare la scheda allegata, compilata in tutte le sue parti.

 

Ultimo aggiornamento: Thu Jun 14 14:31:39 CEST 2018
Data creazione: Mon Oct 03 10:06:17 CEST 2016

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