Comunicato stampa
Nota consigliera delegata alle Politiche del Lavoro, Politiche Sociali, Pari Opportunità, Diana De Marchi
Wed Sep 11 16:10:41 CEST 2024 -Ieri, 10 settembre 2024, nella splendida cornice di Palazzo Isimbardi si è svolto lo spettacolo “Extravagare”, portato in scena dai detenuti della Casa circondariale di Opera in
collaborazione con l’associazione Opera Liquida APS.
“Lo spettacolo -dichiara la consigliera De Marchi, che fortemente ha voluto la rappresentazione - è stato un successo e ha registrato il “sold out”. Questo successo mi fa pensare: il carcere, per definizione, è un luogo di privazione. Chi vi entra si vede negare non solo la libertà di movimento, ma spesso anche la dignità di essere considerato/a parte della società. Ma è proprio qui che risiede il cuore della questione: il carcere non può essere solo un luogo di punizione, ma deve essere uno spazio di rieducazione e reintegrazione. La cultura, in tutte le sue forme – letteratura, teatro, musica, arte – ha un potere straordinario: quello di liberare la mente, anche quando il corpo è costretto all'interno di mura. La cultura offre possibilità di riflessione, di consapevolezza e di riscatto. L'accesso al teatro, alla cultura a chi vive in carcere significa offrire una possibilità di crescita personale, realizzando uno dei principi fondamentali della nostra democrazia: il diritto all'educazione e alla conoscenza. Chi è detenuto, pur avendo commesso un errore, resta una cittadina e un cittadino e come tale ha diritto a trovare le condizioni per poter costruire un futuro diverso, queste sono le pari opportunità agite. Forti del successo riscontrato abbiamo pensato di proseguire in primavera con una rassegna dedicata ai temi del lavoro e del sociale e, con Opera Liquida, di realizzare altre repliche che vedremo anche in ottobre. Questo ci permetterà di costruire un palinsesto condiviso.”
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“Lo spettacolo -dichiara la consigliera De Marchi, che fortemente ha voluto la rappresentazione - è stato un successo e ha registrato il “sold out”. Questo successo mi fa pensare: il carcere, per definizione, è un luogo di privazione. Chi vi entra si vede negare non solo la libertà di movimento, ma spesso anche la dignità di essere considerato/a parte della società. Ma è proprio qui che risiede il cuore della questione: il carcere non può essere solo un luogo di punizione, ma deve essere uno spazio di rieducazione e reintegrazione. La cultura, in tutte le sue forme – letteratura, teatro, musica, arte – ha un potere straordinario: quello di liberare la mente, anche quando il corpo è costretto all'interno di mura. La cultura offre possibilità di riflessione, di consapevolezza e di riscatto. L'accesso al teatro, alla cultura a chi vive in carcere significa offrire una possibilità di crescita personale, realizzando uno dei principi fondamentali della nostra democrazia: il diritto all'educazione e alla conoscenza. Chi è detenuto, pur avendo commesso un errore, resta una cittadina e un cittadino e come tale ha diritto a trovare le condizioni per poter costruire un futuro diverso, queste sono le pari opportunità agite. Forti del successo riscontrato abbiamo pensato di proseguire in primavera con una rassegna dedicata ai temi del lavoro e del sociale e, con Opera Liquida, di realizzare altre repliche che vedremo anche in ottobre. Questo ci permetterà di costruire un palinsesto condiviso.”