Certosa di Pavia

.

La Certosa fu fondata da Gian Galeazzo Visconti nel 1396 e impostata da Bernardo da Venezia, architetto ducale, nelle forme del tardo gotico lombardo. L'edificazione, pro-seguita con molte interruzioni nella prima metà del XV secolo, ricevette un notevole impulso dopo il 1450 da Francesco Sforza che vi impegnò dapprima Giovanni Solari e poi, per oltre vent'anni, il figlio Guiniforte. Ad essi si deve la tribuna dove la fabbri-ca viene ingigantita rispetto alle proporzioni delle tre navate e dove compaiono grandi absidi a formare delle "tricore" alla fine del coro e alle due estremità del transetto. Ma si deve a Guiniforte Solari soprattutto la costruzione del tiburio sovrastato all'esterno da una guglia marmorea (1473 c.), la cui soluzione costruttiva è stata trovata dall'ar-chitetto in stretta connessione con quella del coevo tiburio del Duomo di Milano. La tribuna solariana (decorata dagli affreschi del Bergognone) conferiva alla Certosa pavese dimensioni e caratteri monumentali molto maggiori di quelli consueti alle chiese dell'Ordine Certosino, perché era intenzione ducale di farne un autentico mau-soleo visconteo-sforzesco ( vi si trovano, per esempio, il sepolcro trionfale di Gian Galeazzo Visconti (opera di Gian Cristoforo Romano, con interventi di Benedetto Briosco) e quello di Beatrice d'Este e di Ludovico il Moro, qui trasferito dalla milanese Santa Maria delle Grazie (opera di Cristoforo Solari detto il Gobbo) eseguiti entrambi degli ultimi anni del Quattrocento. Come i chiostri, con i caratteristici achivolti, tondi e sculture in terracotta (opere in gran parte del cremonese Rinaldo de Stauris e poi di Giovanni Antonio Amadeo e dei Mantegazza) anche la facciata doveva essere edificata dal Solari. Ma nel 1473 la sua costruzione fu affidata a Cristoforo e Antonio Mantegazza, ai quali sono da attribuire alcune parti basse e alcune statue di profeti. Prevalentemente, però, la facciata della Certosa fu opera dell'Amadeo e della sua bottega, che vi lavorò fino al 1497 giungendo all'altezza del loggiato del primo ordine, eseguito con la partecipazione dell'architetto Dolcebuono. (La parte superiore della facciata fu edificata da Cristoforo Lombardo a cominciare dal 1542). Dal 1501 al 1506 fu eseguito il portale con colonne binate, opera di Benedetto Briosco, probabilmente su disegno dell'Amadeo (Albertini Ottolenghi '68 ). Gli ordini e gli elementi architettonici sono assoggettati ad un così esuberante repertorio decorativo, plastico e scultoreo, da divenire quasi illeggibili. La qualità delle formelle dell'Amadeo è altissima, ma l'eccessivo affastellamento e un evidente horror vacui appartengono ancora al gusto e alla tradizione tardogotica (Patetta, in Giovanni Antonio Amadeo '93, p. 243).