La Politica dell'Innovazione dell'Unione europea

Fri Apr 12 11:28:23 CEST 2019 - Le idee che creano lo sviluppo socio-economico di un Paese

Fin dall'adozione dell'Atto unico europeo, lo scopo della politica dell'Unione europea in materia di ricerca e sviluppo tecnologico (RST) è stato quello di rafforzare le basi scientifiche e tecnologiche dell'industria europea e di incoraggiarla a diventare più competitiva a livello internazionale. La base giuridica di questa politica sono gli art. da 179 a 190 del TFUE (Trattato sul funzionamento dell'Unione europea). Nello specifico, l'art. 179 recita che "l'Unione si propone l'obiettivo di rafforzare le sue basi scientifiche e tecnologiche con la realizzazione di uno spazio europeo della ricerca nel quale i ricercatori, le conoscenze scientifiche e le tecnologie circolino liberamente". A partire dal 2014 i finanziamenti dell'Ue a favore della ricerca sono stati in gran parte raggruppati nel quadro HORIZON 2020 (Orizzonte 2020), l'ottavo programma quadro (8° PQ) di ricerca e innovazione dell'UE per il periodo 2014-2020, che mira a garantire la competività dell'Europa sul piano globale. 

Horizon 2020 coordina altresì le proprie attività con quelle dell'iniziativa intergovernativa EUREKA allo scopo di promuovere la ricerca e l'innovazione orientate al mercato a livello internazionale. Attraverso EUREKA gli organismi di ricerca e le imprese introducono attualmente sul mercato nuovi prodotti e servizi.

Di norma, i progetti finanziati dall'Unione europea coinvolgono diverse entità giuridiche: università, centri di ricerca, imprese (incluse le piccole e medie imprese - PMI) e singoli ricercatori provenienti da diversi Stati membri, nonchè da paesi associati e paesi terzi.

Horizon 2020 è il primo programma dell'Ue volto a integrare la ricerca e l'innovazione attraverso un maggiore sostegno ai partenariati pubblico-privati (PPP), alle PMI innovative e all'uso di strumenti finanziari della BEI e del FEI.

Grazie all'introduzione di un'unica serie di norme questo programma, il più vasto ed ambizioso, con una dotazione di bilancio di quasi 80 miliardi di euro, garantisce una notevole semplificazione e permette di rispondere alle sfide cui è chiamata la società, contribuendo a colmare il divario tra ricerca e mercato, ad esempio aiutando le imprese innovative a trasformare i loro progressi tecnologici in prodotti validi con un autentico poteziale commerciale.

Rispetto agli Stati Uniti e al Giappone, l'Europa destina ogni anno alle attività di R&I una quota inferiore rispettivamente dello 0,8% e dell'1,5%. Inoltre, pur essendo l'Unione europea il più grande mercato del mondo, si assiste a una certa fuga di cervelli, dal momento che i nostri migliori ricercatori e innovatori si trasferiscono in Paesi dove le condizioni sono più favorevoli. Per invertire tali tendenze, l'Unione europea ha sviluppato il concetto di "Unione dell'innovazione", ponendosi ambiziosi obiettivi che le consentano di diventare un protagonista di livello mondiale nel campo scientifico, di rimuovere gli ostacoli all'innovazione - come i costi eccessivi dei brevetti, la frammentazione del mercato, la lentezza nella definizione delle norme e la carenza di competenze -, di realizzare partenariati pubblico-privati per l'innovazione (EIP) tra le istituzioni europee, le autorità nazionali e regionali e le imprese. Con la strategia EUROPA 2020, lanciata dalla Commissione europea nell'ottobre del 2010, l'Unione Europea si è data l'obiettivo di investire in R&I il 3% del propio PIL, per raggiungere il quale avrebbe bisogno di creare almeno un milione di posti di lavoro in più per ricercatori.  

Anche la Politica di coesione è incentrata sulla ricerca e l'innovazione. Nelle regioni più sviluppate, almeno l'80% delle risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) a livello nazionale è destinato all'innovazione, e le priorità sono un'economia a basse emissioni di carbonio e la competitività delle PMI . Su quest'ultimo tema la Commissione ha introdotto il programma COSME, che verte sugli strumenti finanziari a sostegno dell'internazionalizzazione delle PMI.

Nel giugno del 2015 peraltro, il commissario per la ricerca e l'innovazione, Carlos Moedas, lanciò l'idea di un Consiglio europeo dell'Innovazione (EIC). Nel 2017, la Commissione europea creò un gruppo ad alto livello di 15 innovatori con l'intento di lavorare alla definizione di un eventuale EIC nel quadro della proposta di riforma del 9° PQ, presentata nel giugno del 2018. 

Lo scorso 19 marzo, finalmente, è stato raggiunto l'accordo politico provvisorio (il provisional agreement) tra la Commissione, il Parlamento e il Consiglio su HORIZON EUROPE, il programma quadro di R&I dell'UE 2021-2027, che definisce tra le altre cose gli obiettivi e i contenuti dell' European Innovation Council (EIC). Dall'accordo provvisorio restano esclusi gli aspetti orizzontali, quali il bilancio complessivo del programma e la sua ripartizione interna, le sinergie con gli altri programmi settoriali e le norme sull'associazione dei paesi terzi, che verranno negoziati nei primi mesi della prossima legislatura europea.

 

Autore: dott.ssa Ester Lucà

 



Siti tematici

Info

URP - Ufficio Relazioni con il Pubblico

  •  Numero Verde: 800.88.33.11
    - dal lunedì al giovedì:
      10.00-12.00 / 14.00-16.00
    - venerdì:
      10.00-12.00
  • Chiedilo all'URP 
  •  Pec
  •  Peo
  • Apertura al pubblico martedì e giovedì solo su appuntamento da richiedere tramite:
    - Chiedilo all'URP 
    - Numero Verde: 800.88.33.11