Il Gruppo di Visegrad

Thu May 23 15:25:22 CEST 2019 - L'incognita dell'Europa centro-orientale

Nato con il Trattato di Visegrad firmato il 15 febbraio del 1991, nell'omonima città ungherese, dai governi di Polonia, Cecoslovacchia e Ungheria, a seguito della caduta dell'Unione Sovietica, nel 1993 i paesi aderenti all'accordo di cooperazione politica sono passati da tre a quattro, quando la Cecoslovacchia si disgregò in Repubblica Ceca e Slovacchia.

Dopo la caduta del blocco sovietico, i quattro paesi di Visegrád si sono voltati verso ovest. Tra il 1999 e il 2004 i membri del V4 si sono uniti alla NATO e nel 2004, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria sono entrate nell’UE, insieme ai Paesi Baltici (Lettonia, Estonia e Lituania), Slovenia, Malta e Cipro: è stato l’allargamento dell’UE più importante in termini di numero di nuovi Stati e popolazione interessata. Solo la Slovacchia, peraltro, ha adottato come moneta nazionale l'euro.

I quattro Stati di Visegrad sono da anni tra le economie più dinamiche dell'Ue, crescono in media il 3,5% contro la media europea dell' 1,9% e sono anche coloro che hanno ricevuto (e ricevono) consistenti trasferimenti dall'Unione europea: tra il 2010 e il 2014 la sola Polonia ha ricevuto fondi europei destinati a riforme strutturali per 109 miliardi di euro, e la Polonia e l'Ungheria sono i Paesi che della politica agricola comunitaria hanno beneficiato di più in termini assoluti, oltre a sfruttare un costo del lavoro più basso e una dinamica salariale estremamente contenuta.

La presidenza del V4 è a rotazione annuale e il paese che la assume ospita anche gli incontri tra i quattro. Il V4 si propone di cooperare su vari fronti, dagli investimenti nelle infrastrutture alla politica estera, dalla ricerca tecnologica alla regolazione delle politiche di immigrazione, dagli scambi culturali alla politica europea. Il leader più noto del gruppo è Viktor ORBAN, premier dell'Ungheria che negli ultimi anni, insieme alla Polonia, ha manifestato posizioni fortemente anti-immigrazione, portandolo a un duro scontro con la Commissione europea di Junker, che ha risposto con sanzioni alle violazioni dell'acquis comunitario in materia di redistribuzione dei migranti sbarcati in Grecia e in Italia. Solo la Slovacchia si è salvata accettanto di accogliere 16 richiedenti asilo.

Lo scontro peraltro potrà riaccendersi in occasione dell' approvazione del prossimo QFP (Quadro Finanziario Pluriennale) 2021-2027, in quanto l'uscente Commissione europea ha chiarito che intende proporre di vincolare la concessione di una parte delle risorse assegnate ai vari Stati al rispetto delle regole europee.

Paradossalmente però, il blocco Polonia -Ungheria, sta provocando non poco imbarazzo agli altri due membri del quartetto che non vedono di buon grado che la parola Visegrad a Bruxelles susciti molte polemiche.

Staremo quindi a vedere quale sarà l'esito delle imminenti elezioni del Parlamento europeo, che ad oggi appare ancora molto incerto.

 

Autore: dott.ssa Ester Lucà

 

 

 

 

 

 

 



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